La Triste Domenica del Calcio alla Radio 16 Settembre 2002
Fischio d'inizio sul campionato di serie A. Settimane di
ritardo, finalmente si parte.
Ma quanta tristezza fa quella radio, che da anni ed anni
ospitava per tutto il pomeriggio della domenica le
affannose radio cronache in diretta dagli stadi
italiani, ora ridotta a monotoni scambi tra gli unici
tre campi in cui si giocano partite in questa seconda
domenica d'un autunno che ancora tarda a venire.
Sono scomparsi gli storici « ti cedo la linea »
o l'atteso « prendo la linea per un gol segnato a...
».
Scomparsa la suspence di un boato all'improvviso, a
segnalare una rete, magari della propria squadra del
cuore.
In questo contestatissimo inizio di campionato alla fine
ce l'ha fatta a vincere: il Dio Denaro ha sopraffatto
tutto, e così per vendere le partite alle tv si è
arrivati a questo che, da buoni italiani, è stato
definito uno " spezzatino " del calcio della
tradizione.
Molte le trasmissioni, anche in tv, rivoluzionate da
queste partite distribuite su ben tre giorni diversi, in
orari in cui nessuno si sarebbe sognato prima di andare
allo stadio, come alle sei di sera, per fare un esempio.
Ma rimane sempre sul cuore soprattutto quella radio dei
tempi antichi, memori di interminabili telecronache,
ascoltate in auto, sulla poltrona del salotto, pedalando
per i campi, lavando la macchina.
Domenica prossima saranno di più le partire del primo
pomeriggio. Da quella successiva si torna allo "
spezzatino ".
Chissà che tutto questo " spezzatino " e il
ragù che lo contorna, aggiunto a dismisura per colmare
i vuoti di tempo lasciati nella programmazione, non
finisca per saziare in anticipo i commensali.
E che il calcio italiano che secondo storie e leggende
dovrebbe essere il più bello del mondo, non finisca per
stufare quello che lo rende vivo: non i calciatori
milionari e strapagati, non gli allenatori sempre
sull'orlo del baratro, non i presidenti pronti a
dichiarare la crisi perchè senza i miliardi per
definire l'ultimo contratto, ma gli spettatori, il
pubblico, la vera essenza di un mondo che rischia di
cambiare. Per sempre.