Sembra quasi un " Guazzaloca bis ", una
seconda Bologna, un secondo ribaltone in una realtà
storica, storicamente ferma da decenni.
E'quello che è accaduto ieri a Verona, così come è
accaduto qualche anno fa a Bologna.
Nella città emiliana fu Guazzaloca il primo sindaco a
togliere l'amministrazione alla sinistra storica.
Un momento che è rimasto nella memoria.
E così è successo anche ieri a Verona, solo che è
successo nel verso opposto.
La città scaligera, dal dopoguerra ad oggi nelle mani
di amministrazioni di centro-destra, da ieri ha scelto
di essere guidata da Zanotto, avvocato, esponente del
centro-sinistra.
Una svolta storica su cui nessuno avrebbe puntato: una
delle più ricche capitali del nord-est, una delle zone
a più alta concentrazione industriale, che volge le
spalle proprio al governo che sembra più appoggiare le
volontà della classe imprenditoriale.
Eppure succede proprio così: incredulo Bolla, candidato
della fazione perdente, quando, allo spoglio delle urne,
legge i risultati in diretta, 54% a 46%, un divario di
ben 8 punti percentuali.
E quella che doveva essere una vittoria sicura si
trasforma in una scottante e umiliante sconfitta, una
pugnalata alle spalle che nessuno, almeno ufficialmente,
si aspettava.
Anche se il sospetto di sondaggi che davano Bolla
perdente già prima della consultazione elettorale non
possono mancare, visto che negli ultimi giorni la guerra
tra i due candidati si era scatenata a suon di
volantini, talvolta molto poco veritieri, a suon di
inserzioni pubblicitarie sui giornali e con l'intervento
in città del capo del governo Berlusconi, al sostegno,
risultato inutile, del proprio candidato.
Sembra strano, ma il nord-est comincia a cambiare rotta.
Verona non è l'unica città ad avere invertito la
propria amministrazione con quest'ultimo ballottaggio.
Ci rimangono due ultime domande da porre: potrà ora
lavorare liberamente il nuovo sindaco di Verona in una
città immersa nella regione guidata da Galan, eminente
e, come dalle ultime cronache, talvolta prepotente
presidente della maggioranza di governo, anch'essa della
parte politica opposta di Zanotto, oppure sarà fatto di
tutto per impedire un tranquillo mandato della nuova
giunta scaligera ?
E soprattutto, che fine farà l'ex sindaco Sironi, rea
di essersi schierata dalla parte politicamente opposta a
quella che l'aveva fino ad ora sostenuta, a causa di una
rottura personale con Galan ?
Per ora entrerà in consiglio nella minoranza, ma dato
che è stata decisiva per la nuova maggioranza, staremo
a vedere quale sarà la sua reale posizione.